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Non so perché
 
Tutti i personaggi, i fatti e i luoghi narrati in queste pagine sono puro frutto della mia fantasia. Ogni riferimento è puramente casuale.
 
Non so perché ma mi hanno detto che devo rimanere proprio io stanotte.

Non so neanche chi sia ma hanno insistito molto per farmi rimanere a vegliare il defunto.
Mi trovo dentro una enorme stanza grande quanto un campo da tennis che non ha pareti ma vetrate. Gli altri stanno andando via e mi hanno detto di vegliare il defunto che è dentro la bara dietro di me.

Il sole è tramontato siamo al crepuscolo e tra un pò sara buio.
Dalle vetrate vedo che fuori c'è un giardino verde con tante tombe tutte ben tenute. I ceri accesi disegnano bei giochi di luce. Tutto molto bello se non per il fatto che mi trovo in un cimitero dentro una enorme stanza con una bara alle spalle che contiene qualcuno che non conosco.

Cavolo! Penso che stanotte morirò di paura! Ma paura non provo. Strano, anzi assurdo, tutto molto assurdo.

E' tardi, allora meglio mettersi a dormire, ammesso di riuscirci, in modo da accorciare il più possibile la notte. Ovviamente non c'è un letto, una brandina o qualcos'altro.
Ho solo un sacco a pelo e una coperta.

Anche se in questo momento non provo paura penso che se non ci resto secco stanotte.... certamente mi cagherò addosso.

Mi stendo nell'angolo nord-est della stanza a qualche metro dalla porta che è di fronte e qualche metro dal muro alla mia destra.

Meglio mettersi vicino alla porta per scappare ma non troppo nel caso qualcuno entri.

Mi copro bene e visto che sono a pancia all'aria metto la coperta in modo da coprirmi anche il naso. Rimangono scoperti solo gli occhi in modo da guardare la porta.

Cerco di addormentarmi e per non pensare alla assurda situazione in cui mi trovo penso a complicate procedure informatiche in modo da distrarmi.

Dopo un po’ mi addormento.

Mi sveglio dopo qualche ora con la schiena dolorante, il pavimento non è massimo per dormire. Cerco di risistemarmi e guardando oltre il mio naso, al di sopra della coperta intravedo delle forme che sembrano delle teste.

Mi alzo di scatto con il busto e... … Boing!!

Il cuore mi fionda in gola.

Davanti a me ci sono una ventina di statue. Sembrano statue di cera fatte talmente bene da sembrare delle persone vere.

Cerco di gridare ma non ci riesco.

Il cuore mi tappa la gola.

Chi mi ha fatto questo scherzo è uno vero stronzo.

Sono bloccato, riesco a muovere solo le braccia. Guardando le statue mi sembra di riconoscere il professor Basetta e forse anche il maestro Rienna. Anzi guardando meglio mi accorgo che sono tutte persone che io conosco o meglio che ho conosciuto.

Alzo le braccia e le agito come se volessi segnalare la mia presenza ma nulla accade. Gli occhi del professor Basetta sembrano vivi, lo sguardo è rivolto in avanti come se stesse guardando dietro di me.

Ad un certo punto noto un piccolissimo scuotimento del capo come in cenno di assenso.

Ruoto la testa ed il busto verso sinistra per guardare dietro di me e mentre mi giro vedo che tutta la stanza è piena di statue, o meglio di persone immortalate come in una foto tridimensionale.

Che scherzo di merda penso! Sono tutte persone che io conoscevo!

Mi sto scagazzando dalla paura. Mi rigiro davanti e.... Start!

Si illumina la stanza, gli sguardi diventano morbidi e le persone si sbloccano. La situazione è quella di una festa, infatti noto che sono tutti vestiti bene. Mi alzo e cerco di rivestirmi alla meno peggio.

Il professor Basetta mi viene incontro e mi saluta. Gli chiedo :
- Ma voi siete vivi ?
- No, siamo morti ma stiamo bene. Siamo apparsi in questo modo per non spaventarti. Non sapevamo come avresti reagito, non volevamo farti morire di paura. Ma poi quando hai scosso le braccia abbiamo capito che potevamo andare avanti e parlare. Altrimenti ti saresti soltanto ricordato di un sogno.

Comincio a salutare anche gli altri e mentre parlo con loro vedo che davanti a me c'è una persona vestita di un abito di velluto marrone a coste strette di cui riconosco la nuca. Chiacchiera vivacemente con gli altri e sembra molto allegro.

E' mio padre.

Mi avvicino a lui e ci salutiamo, mi presenta agli altri e gli chiedo:
- Ma allora anch'io sono morto ?
- No, tu sei vivo ma non devi raccontare agli altri ciò che stai vedendo. Qua non si sta male sai.

Poi poco più in là vedo un'altra persona che conosco.
Cavolo! E' zio Abate!
- E tu cosa ci fai qua zio ?
- Eh, io sono andato a curiosare dentro la bara ed adesso mi trovo qua!
- In che senso.... sei morto...
- Sì, sono morto di paura. Ma adesso va bene, non è male qua.

Sono sconvolto. E' una bellissima festa, sono tutti allegri ma e' anche vero che sono l'unico vivo.

Poi mio padre mi dice che si sta facendo giorno e che loro devono andare. Mi presenta tre persone che non conosco, che sembrano formare una famiglia. Papà mi dice che mi riaccompagneranno loro da qualche parte.

Così mi ritrovo su un marciapiede in una mattina soleggiata. Le tre persone stanno arrivando verso di me con dei doni. Attraversano la strada senza accorgersi che in quel momento sta passando un camion che li investirà. Urlo per avvisarli ma loro non si interessano più di tanto.

Ed infatti il camion li investe ma loro si lasciano trapassare senza problemi.
Che sciocco che sono, loro sono già morti.

Mi consegnano i doni e mi dicono a chi darli. Nessun dono è per me ma non mi interessa, anzi. Mi salutano e poi mentre vanno via li vedo dissolversi.

A questo punto sento un grande vociare, rumorosamente arriva Joe con tutti i suoi giocattoli. Mi accorgo che parte dei doni sono per lui.

Poi arriva mia sorella e tutta la famiglia.
C'è anche Catia e.... penso che mi dispiace di non averle potuto presentare Papà.

Ci dirigiamo verso il mare, o meglio siamo già su una strada che costeggia il mare in una zona che mio Padre conosceva bene.

Discutiamo un pò sul da farsì.... poi, un pò infastidito, dico: "Troviamo sta caxxo di spiaggia?".
Già, dobbiamo solo scegliere la spiaggia giusta.
.......
.....
...
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By: Carlo Paolo Sallustio   15.02.2008